mercoledì 28 ottobre 2009

IL MESTIERE DELL’AUDITOR
Art.03 – ….. dagli all’auditor !!!
Il contratto con l’organizzazione fu firmato nel 2000.
L’azienda consisteva in un mollifico con struttura a conduzione famigliare e non versava in un momento favorevole di mercato.
I consulenti suggerirono all’organizzazione un primo approccio con l’organismo di certificazione attraverso un audit preliminare.
Fui incaricato di quest’audit e e credo che sarà uno di quelli che ricorderò per tutta la vita, sebbene usualmente l’audit preliminare, oggi praticamente desueto, dovrebbe essere solo un momento di confronto e di conoscenza delle reciproche parti e responsabilità in ambito di una certificazione del sistema di gestione.
Fu invece una giornata di “….. dagli all’auditor !!!” da parte dei responsabili dell’organizzazione. Qualsiasi cosa fosse detta o descritta era interpretata e vista come interferenza e intrusione dei loro affari/interessi, a volte addirittura anche nel loro ambito personale.
Il sistema di gestione per la qualità era tutto sommato in buona fase di sviluppo, ma l’organizzazione non aveva capito quanto il suo ritorno, a fronte di una corretta applicazione, avrebbe giovato e potuto apportare miglioramento alla loro società che peraltro versava in un momento di mercato non favorevole; avrebbe sicuramente consentito loro di servire meglio i propri clienti e acquisire più ordini, fatturato e margini.
Ho terminato l’audit così come lo avevo iniziato, in una contestazione dopo l’altra, sebbene per mio carattere sia molto propenso al dialogo invece che alla contrapposizione e all’imposizione; fu praticamente la mia unica volta in cui fui costretto a redigere il rapporto di audit al di fuori della sede dell’organizzazione (differentemente da quanto previsto dal regolamento dell’organismo che rappresentavo). Infatti il rapporto fu redatto dopo l’audit, ma la difficoltà maggiore fu condividerlo perché anch’esso, sebbene i contenuti fossero del tutto normali, fu visto come mancanze e lacune riferite alle persone invece che di sistema e di spunti per il miglioramento.
Successivamente fu invece l’opera di convincimento del consulente e soprattutto il cambio di responsabilità ai vertici dell’organizzazione (l’incarico di Rappresentante della Direzione fu assunto dal figlio di uno dei direttori) che cambiò radicalmente la visione del sistema.
Sebbene ancora con qualche lieve punto di debolezza l’organizzazione fu certificata agli inizi del 2001.

CHE COSA CI HA INSEGNATO QUESTO AUDIT - COSA ABBIAMO IMPARATO
Direzione consapevole e motivata è "conditio sine qua non" per l’implementazione di un sistema di gestione per la qualità (n.d.r. per qualsiasi sistema di gestione), peggio ancora se la stessa non conosce i contenuti delle norme ISO di riferimento e quindi la consapevolezza dei benefici che la corretta applicazione può portare all’organizzazione.
Può essere consapevole, anzi una buona direzione lo è quasi sempre, delle modalità organizzative, ma “lo strumento ISO 9001”, se non lo risolve completamente, certamente aiuta nello sviluppo e nelle modalità gestionali applicative e nel miglioramento dell’organizzazione stessa.

Nessun commento:

Posta un commento